Un profumo nato sulla sabbia. E nella memoria.
Almadira non è una parola del dizionario. È un modo di dire romagnolo, “quello che il mare lascia sulla spiaggia”: legnetti, sabbia, conchiglie, odori. E, più di tutto, il tempo. È un nome che non descrive, ma evoca. Come un ricordo che non sai spiegare, ma senti ancora addosso.
Almadira nasce su una spiaggia, quando il mare si ritira e lascia le sue tracce sulla spiaggia. È nato così, da un’idea semplice. O meglio dal ritrovamento di una memoria. Un profumo che sa di verità. Di Riviera. Di memoria. Non un profumo da supermercato.


La Formula Ritrovata. Rimini, 1961
L’abbiamo trovata tra le pagine di un vecchio taccuino, nascosto dentro una valigia rigida color sabbia. Una valigia dimenticata, ereditata, forse passata di mano in mano. Era scritto a penna, su carta gialla. Tra le pagine, alcune annotazioni scritte a mano, appunti sparsi, ricordi e alcune formule riportanti note di profumi, tutti legati alla riviera. Abbiamo scelto un’annotazione in particolare. Solo poche parole, scarne, essenziali:
“Note fresche e floreali, il sale sulla pelle. Come il tramonto che ti avvolge dopo una giornata in Riviera. Non cambiare nulla. Una sera lenta in Riviera. Tenere la formula così com’è.”
Nessuna firma. Un luogo e una data: Rimini, 1961. Solo un’impressione precisa: quella di qualcosa che non va toccato, ma solo custodito. Non l’abbiamo interpretata. L’abbiamo ascoltata. L’abbiamo lasciata parlare. Per anni abbiamo provato a riprodurre i profumi di quella sensazioni, come si fa con le cose che non si dimenticano, una ricerca nel tempo e nell’anima. Come dei mastri profumieri, abbiamo cercato di ricreare quell’accordo originario, quella sensazione: un equilibrio sottile di mare, vento, legno asciutto, macchia mediterranea.
Abbiamo studiato quelle annotazioni ed infine le abbiamo rese fragranza grazie ad esperti essenzieri italiani.
Ora, quell’essenza ritrovata è finalmente pronta. E vive in una sola forma, in una sola misura. Nel formato da 30 ml ed in un vetro scuro, così come l’abbiamo trovato fin dall’inizio in quella valigia. Abbiamo tolto le scanalature, sì. Ma la sua anima è rimasta intatta. Avremmo potuto usare un vetro trasparente perchè la “trasparenza” è un concetto che piace al marketing. Ma non ce la siamo sentita ed abbiamo cercato di restare il più fedele possibile a ciò che abbiamo trovato, aggiungendo il tappo in legno come i legni che lascia l’almadira sulla spiaggia.
È il primo profumo di Almadira. Ciò che resta.

Bestseller
Almadira è un pensiero felice.
Romagna è felicità. È una piadina condivisa, è il vento che spettina i capelli e i pensieri, la risata di un amico al tramonto, il profumo del mare che non ti lascia più. Un profumo che sa di casa.

Memoria viva.
Materia, mani, memoria.
Tutto in Almadira è fatto con lentezza: la maturazione dei profumi, le fragranze create senza sovrapproduzione, i flaconi confezionati ed etichettati a mano.
E poi c’è il tag in tessuto da brandina, vero, vissuto, cucito qui, in Romagna. Lo stesso delle sdraio. Lo stesso delle estati passate.

Bestseller
Inclusione come radice.
Per il confezionamento dei flaconi, Almadira collabora con Soc.Coop.Sociale Onlus Amici di Gigi, una cooperativa sociale che lavora con persone diversamente abili. Non è solo una scelta produttiva. È una dichiarazione di valori. Perché in quello che resta, nell’essenziale, c’è qualcosa che salva.

Siamo qui.
Siamo nati in Romagna. Tra le pinete, la sabbia, il rumore dei treni che passano vicino al mare. Non vogliamo conquistare il mondo. Vogliamo tornare a casa. Ogni volta che indossiamo un profumo Almadira.